Impuro viscere

Il linguaggio amputa la voce per conformarla al proprio ordine astratto. L’opera di transe, cancellando la definizione, converte la voce alla visceralità della matrice corporea. Eccedenti, impure, eteriche e animali, voci del transito sensibile, voci metamorfiche inscritte nell’ordine effimero del godimento. Fuori dal ri-tratto linguistico, figure estatiche disegnano il mondo in fono-grammi della risonanza carnale.

Marco Ariano, impuro viscere, presentazione, 2003