Gli insetti come (nostra) alterità estrema, assoluta – il mostruoso, l’alieno – e la (mia) sim-patia per la loro gestualità, per la meravigliosa poliritmia dei loro movimenti (individuali e collettivi). Gli insetti come vie di fuga immaginali (il divenire-insetti), strategie di dischiusura identitaria (il fuori), esposizione all’altro per diventare altro (l’im-possibile). L’idea era quella di lavorare innanzitutto sulle immagini e realizzare delle “video-partiture” per differenti ensemble d’improvvisatori. Registrazione dei movimenti, delle dinamiche, delle interazioni – quadri semoventi – nero su bianco. In consonanza con l’”essere tagliati all’interno” proprio degli insetti, ho (s)composto partizioni vibratili e mutanti. Una “scena” (non un “testo”, attenzione!) caratterizzata dalla reciproca cattura/possessione di suoni e immagini. Quindi, scritture musicali scaturite dalla risonanza e dal con-tatto improvvisativo, “scritture animali” fatte di mobili persistenze, interferenze, distorsioni, folli poliritmie …che è quel che resta!
Marco Ariano, Degli Insetti – entomofonie immaginali, libretto cd, NED, 2012