Reliquie. Il corpo e la legge

Corpi muti ai quali la parola di Dio si è imposta come unico verbo nel tentativo di cancellare

la grana oscura e germinale della voce. La polifonia rumorale del corpo con la sua lingua vocale sensuale-sessuale spaventa, terrorizza perché infedele alla parola che comanda fissando nella pietra.
Agonia e gioia di corpi che cercano nel canto di preghiera e nell’invocazione spazi di sopravvivenza della voce. Nella rimozione e nella sublimazione il corpo resta fedele alle fioriture della carne.

L’accettazione-esaltazione del movimento, del respiro, del ritmo portano all’implosione del corpo, alla ek-staticità della carne.

Nell’apertura che sprofonda il corpo scopre la propria sacra animalità.
Instasi del corpo, estasi della carne.
Grembo pre-identitario, la carne è il senza nome pulsante che ci mantiene nella possibilità dell’evento: questo è il Mistero.

Marco Ariano, Reliquie. Il corpo e la legge, in M. Mauri, G. Marziani, Dieci, Lithos editrice, Roma 2002