Le voci tatuate

portato come predizione nel lamento
ho messo da parte ogni intercessione
mi sono rasato per avvicinarti
per poggiare l’occhio sull’occhio
l’orecchio sull’orecchio

tracce a venire fino a spezzare il cuore
scritte di notte sulla pelle
scritte nel palpito carnale
geometrie d’insetti, rondini e farfalle
abrase, acide, odi bruciate
sussurrate odi infibulate
trascritte nell’opera animale
infisse nell’aporia dell’ora

nella dimenticata materia d’essere
di questo m’incendio
in copule e copulazioni
santissima onomaturgia del corpo deflorato
monte capovolto nel sogno alchemico

sillabo smarrita
raccolta nello spasimo
puoi declinarmi
se vuoi
smembrare questa carne
puoi insinuare il senso
se vuoi
distratta, sono la voce amata
oscura, disfatta
tutt’intorno aurata

pube, frutta candita e rigo
io sono analoga
né diversa né uguale
io sono analoga
foglia, nuvola e bambola
tra l’uno e l’altro
è qui che dimoro
dolce sfumatura
crotalo, epistola e nume
tra me e me
io sono analoga

Marco Ariano, Le voci tatuate, Universitalia, Roma 2006